La necessità dell'uomo di potersi rivolgere al divino è universale. Tutte le società degli uomini che si sono succedute nel corso dei secoli, hanno variamente interpertato questo bisogno. Il nostro obiettivo non è quello di entrare nel merito di questo tema, attraverso l'analisi delle varie religiosità. Come già detto altrove, siamo interessati solo a ciò che riguarda il nostro rapporto con Dio, Gesù nostro Salvatore e la Sua chiesa. Diciamo questo perchè noi abbiamo creduto in un Dio vivente, che opera in mezzo al suo popolo come un tempo, che parla ai cuori e riconduce le pecore smarrite nell'ovile.
Così come gli uomini hanno usato la religione per avvicinarsi a Dio, dal canto suo, lui si è avvicinato a noi tramite il Suo Unigenito, dicendo a tutti coloro che erano presenti nel giorno del suo battesimo:
Gli uomini hanno sovente offerto al loro Dio sacrifici anche umani, Lui ha offerto il Suo Unigenito per la salvezza di tutti coloro che gli credono. L'adorazione che Dio desidera non può essere altro che quella mostrata da Gesù nei confronti di suo Padre. Ciò che è scritto in Matteo 11.25 ci da un'idea di adorazione:
Tutto quello che fin'ora abbiamo scritto è solo una parentesi che dovrebbe proiettarci in avanti, alla ricerca dell'Unico vero Dio e di Gesù Cristo nostro Signore.
Esaminiamo pra una figura emblematica di cui troviamo il necessario per capire che cosa è essere veri adoratori. Stiamo parlando della donna samaritana. Questa creatura è la figura, l'immagine di quanti drammi si celano dietro una vita, ma allo stesso tempo essa rappresenta anche quanto sia grande l'amore di Dio verso i peccatori, che nonostante le loro amare vicissitudini cercano la Sua faccia.