RISTORAMENTO

Camminiamo alzando gli occhi al cielo, perchè l'aiuto ci viene da Colui che ha fatto il cielo e la terra (SALMO 121).

Questo puntinablu nei testi, è un invito a riflettere

Il Salvatore

14 Dio parla una volta, e anche due, ma l'uomo non ci bada; 15 parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; 16 allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, 17 per distogliere l'uomo dal suo modo di agire e tenere lontano da lui la superbia; 18 per salvargli l'anima dalla fossa, la vita dalla freccia mortale. Sl 107:17-22; 6; 116; Is 38:9, ecc. 19 L'uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall'agitazione incessante delle sue ossa; 20 quand'egli ha in avversione il pane e lo ripugnano i cibi più squisiti; 21 la carne gli si consuma e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escon fuori; 22 egli si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che infliggono la morte. 23 Ma se, presso di lui, c'è un angelo, un interprete, uno solo tra i mille, che mostri all'uomo il suo dovere, 24 Dio ha pietà di lui e dice: "Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto". 25 Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza; 26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con gioia e lo considera di nuovo come giusto. 27 Ed egli canterà tra la gente e dirà: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. 28 Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!" 29 Ecco, tutto questo Dio lo fa due, tre volte, all'uomo, 30 per salvarlo dalla fossa, perché su di lui splenda la luce della vita.

Era necessario trovare un riscatto

divisorio

Questo è il mio diletto Figliuolo nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!

Il titolo della meditazione è intriso del dolore del Creatore per la sua creatura e della rivoluzione che Lui ha fatto per dargli una via di scampo. A volte, parlando del Creatore, non si sente nel cuore e nelle parole quella gratitudine che invece si trova in Giobbe 33.27-28: " Ed egli canterà tra la gente e dirà: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!".

Mai comprenderemo il dolore del Creatore per la sua creatura, anche perchè non sempre ci è chiaro quanto siamo stati amati da Lui. Per ora ci siamo incamminati nella via della speranza, perchè ci è stato detto che presso di Lui vi è salvezza. Camminiamo dunque, credendo, grati per la grazia che ci è stata fatta, coltivando nel cuore il santo desiderio di inginocchiarci davanti all'Autore della Vita, e adorarLo con tutta l'anima.

Davide esprime questo sentimento così: " O Eterno, per il tuo favore, avevi reso forte il mio monte; tu nascondesti la tua faccia, e io rimasi smarrito. Io ho gridato a te, o Eterno, ho supplicato l'Eterno, dicendo: "Che utilità avrai dal mio sangue, se scendo nella fossa? Potrà forse la polvere celebrarti? Potrà essa proclamare la tua verità? Ascolta, o Eterno, e abbi pietà di me; o Eterno, sii tu il mio aiuto. Tu hai mutato il mio lamento in danza; hai rimosso il mio cilicio, e mi hai rivestito di gioia, affinché la mia anima possa cantare gloria a te senza posa. O Eterno, DIO mio, io ti celebrerò per sempre" (Salmo 30.7-12).

Geremia 31.18-20, narra in poche parole la storia di una famiglia, intesa come tribù, Efraim. Di lui dice: "Io ho pure udito Efraim che si rammaricava, dicendo: Tu mi hai castigato, ed io sono stato castigato, come un toro non ammaestrato; convertimi, ed io mi convertirò; poichè tu sei il Signore Iddio mio. Perchè, dopo che sarò stato convertito, io mi pentirò; e dopo che sarò stato ammaestrato a riconoscermi, mi percuoterò sulla coscia. Io sono confuso, ed anche svergognato; perchè io porto il vituperio della mia giovinezza. È costui Efraim, mio figliuolo caro? E' costui il fanciullo delle mie delizie? da che io parlai contro a lui, io mi sono pure anche sempre ricordato di lui; perciò, le mie interiora sono commosse per lui; io del tutto ne avrò pietà, dice il Signore".

Sono solo alcuni cenni al grande dolore del Creatore che, quando vide negli uomini l'impossibiltà alla redenzione, perchè non ha trovato nessun giustio, nemmeno uno, esplose nella Sua ira, dicendo: "Ed io ho riguardato, e non vi è stato nessuno che mi aiutasse; ed ho considerato con meraviglia, e non vi è stato nessuno che mi sostenesse; ma il mio braccio mi ha operata salute, e la mia ira è stata quella che mi ha sostenuto" (Isaia 63.5).

Così, Iddio stesso ha trovato il rimedio. Grazie Padre santo per " quell'angelo, quell'interprete, il più bello tra i mille, che mostra all'uomo il suo dovere, Gesù Cristo nostro Salvatore".

Non ingannino le espressioni temporali quando riguardano Dio. Esse in realtà riguardano noi e la nostra relatività.

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