RISTORAMENTO

Camminiamo alzando gli occhi al cielo, perchè l'aiuto ci viene da Colui che ha fatto il cielo e la terra (SALMO 121).

Questo puntinablu nei testi, è un invito a riflettere

Salmo 45

Mi ferve in cuore una parola soave; io dico: l'opera mia è per un re; la mia lingua sarà come la penna d'un veloce scrittore. 2 Tu sei bello, più bello di tutti i figliuoli degli uomini; la grazia è sparsa sulle tue labbra; perciò Iddio ti ha benedetto in eterno. 3 Cingiti la spada al fianco, o prode; vestiti della tua gloria e della tua magnificenza. 4 E, nella tua magnificenza, avanza sul carro, per la causa della verità, della clemenza e della giustizia; e la tua destra ti farà vedere cose tremende. 5 Le tue frecce sono aguzze; i popoli cadranno sotto di te; esse penetreranno nel cuore dei nemici del re. 6 Il tuo trono, o Dio, è per ogni eternità; lo scettro del tuo regno è uno scettro di dirittura. 7 Tu ami la giustizia e odii l'empietà. Perciò Iddio, l'Iddio tuo, ti ha unto d'olio di letizia a preferenza de' tuoi colleghi. 8 Tutti i tuoi vestimenti sanno di mirra, d'aloe, di cassia; dai palazzi d'avorio la musica degli strumenti ti rallegra. 9 Figliuole di re son fra le tue dame d'onore, alla tua destra sta la regina, adorna d'oro d'Ophir. 10 Ascolta, o fanciulla, e guarda e porgi l'orecchio; dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; 11 e il re porrà amore alla tua bellezza. Poich'egli è il tuo signore, prostrati dinanzi a lui. 12 E la figliuola di Tiro, con de' doni, e i ricchi del popolo ricercheranno il tuo favore. 13 Tutta splendore è la figliuola del re, nelle sue stanze; la sua veste è tutta trapunta d'oro. 14 Ella sarà condotta al re in vesti ricamate; seguìta dalle vergini sue compagne, che gli saranno presentate; 15 saran condotte con letizia e con giubilo; ed esse entreranno nel palazzo del re. 16 I tuoi figliuoli prenderanno il posto de' tuoi padri; tu li costituirai principi per tutta la terra. 17 Io renderò il tuo nome celebre per ogni età; perciò i popoli ti loderanno in sempiterno.

Il peccato a morte

divisorio

File pdf

Quanto leggerete deve essere preso come esempio, termine di paragone, relativamente a ciò che può succedere e succede nella vita di chi non mettendo il cuore all'amore per la verità, scivola ogni giorno sempre più verso l'induramento del proprio cuore.

E' sicuramente un tema molto spinoso, anche perchè poco si conosce in termini di numeri, e non è neppure un evento osservabile quanto meno da tutti; purtroppo esiste, è un pericolo reale che corrono tutti coloro che hanno creduto in Gesù Cristo e poi hanno ceduto alle insistenze delle tenebre in modo irreparabile.

L'apostolo 1° Giov. 5/16 dice: "Se alcuno vede il suo fratello commettere peccato che non sia a morte, preghi Iddio, ed egli gli donerà la vita, cioè,(ndr. egli donerà la vita) a quelli che peccano, ma non a morte. Vi è un peccato a morte; per quello io non dico che egli preghi".

Il primo punto è "vedere" chi ha peccato a morte. Ricordiamo a tal proposito che Samuele continuava a pregare il Signore per Saul, fino a quando Iddio gli disse: "Fino a quando farai tu cordoglio di Saul? Poichè io l'abbia sdegnato, affinchè non regni più sopra Israele".

L'esempio viene fatto a proposito affinchè nessuno si erga a giudice dei suoi fratelli, NESSUNO. L'iter che mena a questa amara condizione è sconosciuto ad ogni uomo, e chi ne ha ricevuto luce, la sola cosa che deve fare è smettere di pregare in quanto tempo perso, lasciando nelle mani di Dio il verdetto definitivo.

Per qualcuno potrà non suonare come un peccato a morte, ma essere rigettati da Dio, il quale consiglia il suo profeta affinchè non preghi più è in armonia con 1° Giov. 5/16. Sarebbe interessante esaminare il cammino di questi personaggi per vedere quanto é grande la pazienza di Dio nei confronti dell'uomo, prima di arrivare alla irrevocalbile condizione del peccato a morte.

Nella parabola del fico sterile, il servitore disse al suo Signore che non avrebbe tagliato il fico, ma si sarebbe preso cura di esso tentando il tutto per tutto, poi disse: "Tu lo taglierai" (Luca 13/9).

Osservando la vita di Giuda di cui ne conosciamo l'esito, mentre sarebbe facile tergiversare in discussioni più o meno condivisibili, dovendone analizzare il percorso non possiamo evitare di notare che per tre anni è stato con Gesù e i suoi discepoli, e nessuno tranne Gesù, si era accorto della vita segreta di Giuda. Pure gli evangeli, come suol fare il Signore, lasciano qua e la cenni di momenti, svolte significative nella vita di quest'uomo; il resto deve essere dedotto.

Il primo cenno della natura coltivata da Giuda, ci viene mostrato nell'occasione in cui Maria, la sorella di Marta, in un'impeto di amore per Gesù, non badando a spese, perchè chi ama non è avaro, ruppe un alabastro di olio odorifero. Possiamo leggere la sua osservazione in Giov.12/5-6, dove dice: "Perchè non si è venduto quest'olio trecento denari, e non si è il prezzo dato ai poveri? Or egli diceva questo, non perchè si curasse dei poveri, ma perchè era ladro, ed avea la borsa, e portava ciò che vi si metteva dentro".

Molte sono le implicazioni psicologiche che se ne potrebbero trarre dall'analisi, ci basti raccogliere quello che l'evangelo dice. Avrebbe dovuto essere contento se una creatura onorava Gesù, ma siccome lui non lo amava di cuore sincero, si è lasciato andare ad un eccesso di carità umana verso i poveri, perchè per lui i poveri di cui non si prendeva certamente cura in quel momento valevano di più di Gesù.

Quanti sono zelanti per i (poveri= coloro che hanno bisogno....???) e poi pensano invece a se stessi e tutto questo nel nome di Gesù. Lo scarno linguaggio della parola di Dio dice che lui era ladro e portava la borsa. Chi porta la borsa non è necessariamente ladro, ma lui era l'uno e l'altro. E' una informazione che delinea l'attitudine di Giuda; come avrebbe potuto amare Gesù, avendo il cuore al danaro?

Quanti servono nella casa del Signore per danaro, guadagni, utilità personale!!! Il tempo che aveva trascorso con Gesù era stato macchiato da questo tarlo; la coscienza che aveva disimparato ad ascoltare, non parlava più ormai; quel filtro che avrebbe potuto limitare l'intrusione del principe delle tenebre nella sua vita, non funzionava più, e ogni giorno che passava il suo cuore diveniva sempre più insensibile, fino a quando l'ultima resistenza si ruppe, poi niente più lo avrebbe impedito nell'atto finale.

Non era ancora tutto compiuto, perchè c'era ancora speranza per lui, ma gli eventi precipitavano uno dietro l'altro, perchè tutto si deve compiere, Gesù doveva essere crocefisso, l'agnello doveva essere offerto, così: " Mentre mangiavano, disse: Io vi dico in verità, che un di voi mi tradirà. Ed essendo essi grandemente rattristati, ciascuno di loro prese a dirgli: Son io, Signore? Ed egli, rispondendo, disse: Colui che intinge con la mano nel mio piatto mi tradirà. Il Figliuol dell'uomo certo se ne va, secondo che è scritto di lui; ma, guai a quell'uomo per il quale il Figliuolo dell'uomo è tradito! Meglio sarebbe stato per lui di non esser mai nato. E Giuda che lo tradiva prese a dire: Maestro, son io? Egli gli disse: Tu l'hai detto" (Mat. 26/21-25).

Certo tutti avevano udito che Gesù aveva loro detto: "Colui che intinge con la mano nel mio piatto mi tradirà" ; credo anche che Giuda stesso avesse sentito le parole di Gesù, ma tanto forte era il bisogno di nascondere a tutti i suoi intenti che si propose a Gesù con la stessa domanda: "Maestro, sono io?"

Mentre tutti gli altri lo chiamarono Signore, lui, Giuda non potendolo chiamare Signore, lo chiamò Maestro. La risposta di Gesù fu semplice ma veritiera; Lui non emanò il verdetto, come ognuno di noi avrebbe fatto, dicendo "Sei proprio tu!"; Lui Gesù disse: "Tu lo hai detto!"

Al di la del fatto che le cose si possono dire in vari modi, le parole di Gesù, siccome sono verità, hanno un solo signiifcato, perchè vanno nella direzione della giustizia di Dio; infatti Iddio non accusa nessuno, ma colui che è nel peccato si accusa da se e conosce da se dove porta il cammino della disobbedienza. Tu lo hai detto, fu la risposta di Gesù; ma non ci fu replica come non ci sarà replica davanti al Signore nel giorno del giudizio, quando saranno aperti i libri e l'universo conoscerà che Iddio è giusto, perchè ognuno andrà al suo futuro. Il giudizio uscirà dalla bocca di ognuno, dovendo riconoscere che Iddio è giusto.

La meraviglia è che certi personaggi si trovano anche nei momenti più sublimi, insieme a coloro che amano di cuore il Signore e nessuno si accorge di nulla, ma il Signore non può essere ingannato. Di seguito trascriviamo un momento solenne della vita di Gesù con i suoi discepoli, dove il sacro scrittore evidenzia che il diavolo aveva messo in cuore a Giuda di tradire il suo Maestro. Lasciamo al lettore i commenti.

OR avanti la festa di Pasqua, Gesù, sapendo che la sua ora era venuta, e che dovea passare da questo mondo al Padre; avendo amati i suoi che erano nel mondo, li amò infino alla fine. E finita la cena (avendo già il diavolo messo nel cuore di Giuda Iscariota, figliuol di Simone, di tradirlo), Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato ogni cosa in mano, e che Egli era proceduto da Dio, e se ne andava a Dio; si levò dalla cena, e pose giù la sua vesta; e preso uno sciugatoio, se ne cinse. Poi mise dell'acqua in un bacino, e prese a lavare i piedi dei discepoli, e ad asciugarli con lo sciugatoio, del quale egli era cinto. Venne adunque a Simon Pietro. Ed egli disse: Signore, mi lavi tu i piedi? Gesù rispose, e gli disse: Tu non sai ora quel che io faccio, ma lo saprai appresso. Pietro gli disse: Tu non mi laverai giammai i piedi. Gesù gli disse: Se io non ti lavo, tu non avrai parte alcuna con me. Simon Pietro gli disse: Signore, non solo i piedi, ma anche le mani, e il capo. Gesù gli disse: Chi è lavato non ha bisogno se non di lavare i piedi, ma è tutto netto; voi ancora siete netti, ma non tutti. Perchè egli conosceva colui che lo tradiva; perciò disse: Non tutti siete netti (Giovanni 13:1-11).

L'evangelista Giovanni 13:26-29, racconta l'evento, evidenziando quello che Luca non ha evidenziato; molto probabilmente i due avevano con Gesù una intimità diversa e dunque una diversa sensibilità alle cose che avvengono nell'invisibile, così leggiamo fra le altre cose che in quell'occasione, cioè nell'ultima cena dopo il boccone che Gesù diede a Giuda, non avendo in lui sortito alcun effetto il trattamento ricevuto da Gesù, il suo cuore si chiuse definitivamente, e il Satana entrò in lui. Solo dopo, non avendo Gesù altra possibilità di scampo per Giuda gli disse: "Fai prestamente quello che tu fai".

Egli è colui, al quale io darò il boccone, dopo averlo intinto. Ed avendo intinto il boccone, lo diede a Giuda Iscariot, figliuol di Simone. Ed allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui. Allora Gesù gli disse: Fai prestamente quel che tu fai. Ma nessuno di coloro che erano a tavola intese perchè gli avea detto quello. Poichè alcuni stimavano, in quanto Giuda avea la borsa, che Gesù gli avesse detto: Comperaci le cose che ci bisognano per la festa; ovvero, che desse qualche cosa ai poveri.

Luca osserva il tristo evento in un momento differente, e lo lega al fatto che i sacerdoti e gli scribi cercavano come uccidere Gesù; tutto era pronto ormai, anche il traditore era pronto, perchè aveva messo la sua vita nelle mani di Satana, e coloro che odiavano Gesù si incontrarono e si incontrano sempre; il male raduna i suoi figli.

Leggiamo quanto riportato da Luca 22/1-6 - OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava. E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perchè temevano il popolo. Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero dei dodici. Ed egli andò, e ragionò con i principali sacerdoti, e con i capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani. Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari. Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto . Anche qui, lasciamo i commenti al lettore.

Matteo 27:1-5 - POI, venuta la mattina, tutti i principali sacerdoti, e gli anziani del popolo, tenner consiglio contro a Gesù per farlo morire. E, legatolo, lo menarono, e misero nelle mani di Ponzio Pilato governatore. Allora Giuda, che l'avea tradito, vedendo ch'egli era stato condannato, si pentì, e tornò i trenta sicli d'argento a' principali sacerdoti, ed agli anziani, dicendo: Io ho peccato, tradendo il sangue innocente. Ma essi dissero: Che tocca questo a noi? pensavi tu. Ed egli, gettati i sicli d'argento nel tempio, si ritrasse, e se ne andò, e si strangolò .

Così Matteo racconta il tragico evento che pose fine alla vita di Giuda. Gli era rimasto il rimorso più che il vero pentimento e l'ammissione che aveva tradito il sangue innocente rende onore a Colui che è stato tradito, perchè davanti all'agnello ogni lingua confesserà e ogni ginocchio si pieghera dicendo " che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre" (Filippesi 2/10).

Tutte le creature che dovranno confessare che Gesù è il Signore, non saranno per questo graziate, perchè mai vi fu pentimento mentre erano in vita e ma ve ne sarà più.

Abbiamo intrapreso l'esame di questo personaggio, senza pretendere di immaginare che per tutti coloro che intraprendono questa china valgano le stesse esperienze; ognuno ha un suo sentiero, ma perdere definitivamente la speranza è drammatico a tal punto che alcuni reputano non valga più la pena di vivere. Ciò significa che vale veramente la pena di vivere, perchè la vita è un cammino di speranza che Iddio ha dato all'uomo che accetta di camminare in obbedienza alla sua parola.

Perciò, lasciata la parola del principio di Cristo, tendiamo alla perfezione, non ponendo di nuovo il fondamento del rinunziamento alla opere morte, e della fede in Dio; e della dottrina dei battesimi, e dell'imposizione delle mani, e della risurrezion dei morti, e del giudicio eterno. E ciò faremo, se Iddio lo permette. Perchè egli è impossibile, che coloro che sono stati una volta illuminati, e che hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo; ed hanno gustata la buona parola di Dio, e le potenze del secolo a venire; se cadono, sieno da capo rinnovati a ravvedimento; poichè di nuovo crocifiggono a sè stessi il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia (Ebrei 6/1-6)

I fattori che menano alla morte eterna sono tanti, ma il passaggio di cui sopra apre ad un panorama impossibile per l'uomo da gestire, sebbene non sono pochi quelli che, attingendo a ciò che si vede, si affrettano ad emanare giudizi definitivi.

Si potrebbe aprire una lunga lista di cose che non sembrano menare alla morte, ma portano comunque ad un giudizio mortale. Male non sarebbe esaminare la posizione di coloro che risponderanno dicendo: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati demoni, e fatte, in nome tuo molte potenti operazioni?" (Matteo 7.22). Allo stesso modo sarebbe utile considerare con attenzione Matteo 25.41-46. La sola differenza fra coloro che commettono peccato a morte ora e quelli che saranno condannati alla morte eterna, sta nel fatto che per i primi avviene già adesso, mentre per gli altri verrà nel giorno del giudizio finale.

Quante discussioni che indurano il cuore, quanta dottrina che raffredda la fede, quante argomentazioni prive di onestà; si discute sempre senza mai pervenire ad una meta, una conclusione concreta; tutto rimane sospeso nell'aria per essere di nuovo come una palla di tennis che va da una parte all'altra senza mai finire la partita. Alla fine i giocatori saranno scoppiati e nessuno vincerà.

Oh Signore dacci la fede, quella fede che tende verso Te le mani ogni giorno per ricevere dalla tua mano soltanto un pezzo di pane del cielo, un bicchiere di acqua che non sia avvelenato dalle argomentazioni prive di onestà di tutti coloro che vorrebbero salire al monte, i quali non potendovi salire si coprono di fantasie e fantasticando raccontano il frutto delle loro immaginazioni. Chiudiamo questa nostra riflessione con quanto è scritto in varie parti della scrittura. Salmi 95:8; Ebrei 3:8;Ebrei 3:15;Ebrei 4:7; Oggi, se udite la sua voce, non indurate il vostro cuore, come in Meriba; Come al giorno di Massa, nel deserto; Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nella ribellione, nel giorno della tentazione, nel deserto; Mentre ci è detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nel dì della ribellione. egli determina di nuovo un giorno: Oggi, in Davide, dicendo, dopo cotanto tempo, come s'è già detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri. Al Signore solo sia la gloria e l'onore e la devozione dei nostri cuori per Cristo Gesù nostro Salvatore. Amen

Il contenuto di questo sito è di proprietà dell'autore. Può essere usato liberamente citando la fonte.