Credo sia inutile armarsi di tutto punto per combattere una battaglia la dove non si conosce quale è il nemico. Meglio è conoscere il nemico e le sue debolezze per armarsi di conseguenza. Non esiste bagaglio a mano ma l’aiuto ci viene dal cielo, di volta in volta.
In ogni caso, comunque, il nemico non viene da fuori, non è esterno a noi, ma sta sempre alla porta del cuore dell’uomo (Genesi 4.7).
Da chi guardarsi dunque? Dal proprio cuore! Si, perché il cuore dell’uomo è insanabile (Ger. 17.9). Perché Adamo e Eva hanno peccato? Perché non hanno fatto attenzione a dove li portava il loro cuore. Davide stigmatizza questa condizione, dicendo:
Il solo modo per contrastare al male è resistere ad esso facendo il bene, cioè operando sotto la sua guida. Non c’è vittoria in un combattimento diretto ma c’è se stiamo all’ombra sua (Salmo 91.1). Il salmo prosegue dicendo:
Il che significa semplicemente che lui non ha alcun potere se non glielo diamo noi, credendo nelle sue menzogne. Noi immaginiamo che le sue menzogne siano spudorate, facilmente riconoscibili e quindi riteniamo che possiamo difenderci facilmente, magari provando ad ingannarlo con qualche artificio. Lui non sa cosa farsene della nostra conoscenza delle scritture, quando noi non sappiamo legittimamente contrastarlo dicendo: Sta altresì scritto! Le ragioni stanno nel fatto che, sovente, conosciamo la lettera della parola ma non l’Autore. Conosciamo ciò che leggiamo ma non intendiamo né sappiamo usare a tempo debito ciò che fa parte della nostra vita interiore ma solo di quella esteriore. Sovente abbiamo la forma della fede ma manca la potenza della fede, perché le Sue parole non sono state incorporate per la fede (Ebrei 4.2), così ci resta la religione, la dottrina, ma non la sua potenza. Che avviene dunque? Avviene che armeggiamo con le scritture, cercando di coprirci con esse a mo di armatura, ma non abbiamo chiaro quanta precarietà vestiamo.
L’esempio emblematico, padre di tutti gli esempi, è la vicenda del peccato commesso nel giardino di Eden. Tutto filò liscio fino al giorno in cui fu iniettato nel loro cuore il seme dell’incertezza del domani; incertezza basata solo ed esclusivamente sulla mancanza di fiducia nel Creatore, del quale fu detto: Lui non vuole che diventiate come Lui. Letteralmente si può tradurre: Lui non vuole che voi siate dii al di fuori di fuori di Lui, cioè indipendenti da Lui. E’ sicuramente una grande verità, semplicemente perché non è possibile che esistano altri dii fuori dal suo controllo. Una grande verità che ha innescato in loro la bramosia di essere indipendenti, e così peccarono. La tanto declamata “Libertà all’autodeterminazione”, vive sul piano della ribellione a Dio, cercando ognuno l’indipendenza da Lui.
Ora, la dove non si dipende da Lui, il terreno del nostro cuore si spalanca davanti al principe delle tenebre e gli permette di operare secondo i suoi desideri. Quali? Renderci sordi alla Voce di Dio, indurendo il nostro orecchio e il nostro cuore per non osservare la Sua Parola. Ho scritto “La sua Parola”, non la sua legge, di proposito, perché non sono pochi a pensare che basti essere coerenti con la legge, cioè, non infrangerla, per essergli graditi. Certo, non c’è bene alcuno, dice Ecclesiaste nel varcare i paletti posti dal Pastore (Eccl.12.11-16), ma solo il timore di Dio unito all’obbedienza alla sua parola (comandamenti), salvaguardano l’uomo dal male. Così, avviene che da nemici si diventa amici, quando accecati nel nostro amor proprio, dal nostro zelo, usiamo la spada (la parola di Dio) per spiccare qualche orecchio, per condannare senza pietà la donna adultera sulla base della legge morale(?), condannando senza appello la donna peccatrice, ricordando il suo passato e non conoscendo il suo presente (l’evangelo dice: era stata peccatrice, ma il fariseo, in cuor suo disse che era peccatrice), giudicando il povero afflitto, così come fece il fariseo che diceva di non essere come tutti gli uomini rapaci, né come quel peccatore che si batteva il petto. Insomma, è facile da nemici trasformarci in amici delle tenebre. A dire il vero, il buonismo è la faccia delle stessa medaglia, una condizione molto edulcorata e contraffatta della verità che viene da Dio. Iddio è troppo buono, si dice e certamente perdonerà. Già! Non sarà anche che è giusto e che non condannerà il giusto col peccatore? Ad ognuno il suo problema.
Veniamo più da vicino al tema, anche se ciò che ho scritto lo comprende profondamente.
Leggendo il testo di Efesi 6. 10 .., non posso fare a meno di consigliare, per una migliore comprensione di questa vestizione, ciò che dice 2 Pietro 1.5-11:
La fede virtuosa genera conoscenza, la conoscenza di Dio e delle sue vie. Per brevità consiglio di leggere fino in fondo e meditare ciò che dice Pietro, perché conclude dicendo: