Quando si parla del figlio
Terzo capitolo
Il tema non è di facile comprensione semplicemente perché siamo restii ad immaginare e ricordare che Iddio ci ha creati a Sua immagine e somiglianza. Riconosciamo che le parole sono solo semplici espressioni di concetti la cui definizione richiede altri concetti e così via, per arrivare alla fine e dover ammettere che abbiamo solo appena cominciato. Così, mentre in apparenza pensiamo di aver compreso, in realtà abbiamo solo tolto la polvere ad un problema antico come la notte dei tempi (è relativo a noi, ovviamente).
Abbiamo nei capitoli precedenti posta la seguente domanda: “Perché Iddio ha creato ogni cosa visibile e invisibile? Per se stesso o per un altro? La parola scritta ci presenta il Figlio dell’Onnipotente e, sebbene ci è difficile comprendere, c’è lo presenta come Colui che è stato generato da Lui (Salmo 2.7; Ebrei 1.5). Nel momento in cui parliamo di un padre e di un figlio è impossibile pensare che abbiano “la stessa età”, perché il Padre è sicuramente venuto prima del figlio. Questo suggerisce la logica umana. Del resto, parlando del Figlio ammettiamo implicitamente quanto sopra. La nostra logica sembra condividere questo assunto ma poi ci si scontra inevitabilmente con tutto ciò che invece a noi sembra dire il contrario.
Ora io faccio la seguente riflessione:
Il salmo 2 che abbiamo citato parla di un decreto divino voluto da Dio nonostante tutte le difficoltà descritte. Il Salmista si domanda profeticamente del perché tumultuano le genti e mormorano i popoli cose vane, contro al Signore e contro al Suo Unto. Non è escluso che ciò sia già avvenuto nel cielo, vista la ribellione di Lucifero e dei suoi seguaci. Volevano un regno tutto per loro, un regno che fosse separato da Dio, che non tenesse in conto il progetto divino; così Iddio li ha accontentati e ha dato loro il regno delle tenebre dal quale non usciranno mai più e nel quale vivranno per l’Eternità senza Dio.
Perché fu necessario un decreto? A causa della ribellione angelica, perché nessuno, NESSUNO, può opporsi alla volontà di Dio. Il decreto potrebbe aver avuto in se il seguente tenore: Oggi, ho deciso che tutto ciò che mi appartiene, appartenga solo ed esclusivamente a mio Figlio e, tutti coloro che non lo vorranno accettare come Signore dell’Universo saranno annientati. Parlando di Suo figlio, il Padre si esprime così:
Anche il figlio è stato messo alla prova! Mi rendo conto sicuramente di ciò che sto scrivendo, ma sono profondamente convinto che tutto questo, al di là di ogni umana congettura, sia l’indicazione chiara che nessuno è Dio al di fuori di Lui, ma con Lui, Suo figlio regnerà alla pari, quando avrà compiuto ciò per cui è stato mandato.
La prova della Sua fedeltà e della sua perfezione è avvenuta così come per tutte le creature. La terra che lo ha ospitato per il tempo necessario era un luogo in cui il principe di questo mondo aveva il governo subordinato ed era libero di agire solo nell’ambito delle concessioni divine. Il Figlio non è cresciuto nella bambagia di un regno già confezionato come avviene ai figli di papà, ma si è guadagnato il titolo di Re dell’Universo, di quell’Universo per il quale ha pagato come prezzo la sua vita. Poteva rifiutare ma non lo ha fatto, e perché mai avrebbe dovuto, Uno della stessa natura di Dio? Che Dio sarebbe stato e soprattutto di chi, di che cosa? Così come un Padre che ama il figlio, Iddio gli ha dato un’eredità che ha dovuto conquistare col Suo sangue. Anche il figlio messo alla prova!
Ah, l’immane grandezza dell’Onnipotente non avendo trovato sulla terra alcun giusto, qualcuno che potesse intercedere, disse:
Perché, Signore, hai creato i cieli e la terra? Abbiamo provato ad immaginare qualche cosa, ma ci scontriamo con l’eternità Tua e di Tuo Figlio e quindi possiamo solo perderci se Tu non ci prendi per la mano e ci conduci come un Padre conduce suo figlio nel Suo mondo per insegnargli ogni cosa. Così, lasciando da parte ogni velleità, siamo però desiderosi di conoscere la terra di Emmanuele e tutti i nostri sforzi hanno un solo obiettivo, quello di vederti crescere e diventare sempre più grande davanti agli occhi nostri, si che Ti possiamo ammirare, adorare e riconoscere quale Unico Signore dell’Universo.