Il Fanciullo ci è nato
Settimo capitolo
Ci sono sicuramente diversi modi di osservare le scritture, ma una cosa è certa, cioè quel figlio doveva essere nostro. Iddio non ha creato un altro uomo ma ne ha generato uno usandosi dell’unica via possibile, una donna. Quel figlio è dunque Figlio di Dio e figlio dell’uomo. Uomo perché era necessario che un uomo morisse per la nazione, Dio perché il rimedio poteva venire solo da Lui. La sua nascita è ovviamente miracolosa, perché è avvenuta tramite la virtù dello Spirito Santo scesa su Maria, senza alcun aiuto umano. Nacque dunque senza il peccato di Adamo ne mai peccò nonostante sia stato tentato. Anche Adamo era stato creato senza peccato ma messo alla prova peccò. Il figlio ci è stato donato, perché di un dono si tratta; un dono di infinita misericordia, l’estremo dono di Dio per mostrarci l’amore immenso di cui ci ha sempre amato. Ciò dice Giovanni 3.16:
Non ci ha Iddio dato un figlio già cresciuto ma un figlio che sarebbe diventato uomo insieme a noi, che avrebbe preso parte alle attività umane e religiose del suo popolo, che avrebbe osservato la legge secondo la volontà di Dio. Tale attitudine ci è stata tramandata dalle scritture, e precisamente quando ci ricordano la sua presentazione al tempio secondo la legge, quando si ferma nel tempio e discutere con i dottori della legge, quando accetta di essere battezzato, quando viene dallo Spirito portato nel deserto per essere tentato e a seguire, ogni volta che è necessario ribadire che Lui non era venuto per fare la sua volontà ma quella di Suo Padre che lo aveva mandato. Fu figlio sempre e mai pensò di far valere la sua volontà su quella di suo Padre nonostante ne avesse la possibilità. Mai una volta che si sia ribellato, tanto che Isaia 50.6-9 Lo descrive così:
Si fa sovente un gran parlare intorno a Gesù il figlio di Dio ma la stragrande maggioranza poco osserva il suo essere vero uomo. La teologia umana si è spinta fino ai confini dell’impossibile col ragionamento trascurando invece una sana riflessione sulla sua umanità. Qualche giorno fa mi è nata una nipote, e durante la visita il pensiero mi ha portato a quel giorno in cui Gesù è venuto alla luce come ogni altra creatura. Non vi era in Lui nessuna differenza con gli altri bambini e pure, ecco, l’Onnipotente aveva preso la natura umana. Tutta la potenza del Creatore e Padre di Gesù era nascosta li, in un piccolo fanciullo. Chi lo avrebbe mai detto! Nessuno si era accorto di nulla, anche perché la sua nascita avvenne nel luogo più umile della terra, in una mangiatoia. Là, ricevette le prime cure da Maria sua madre, fu fasciato e messo a dormire nella mangiatoia.
Ma Lui non era solo; su di Lui vigilava suo padre, il cielo era in festa, perché quando venne alla luce leggiamo che Iddio disse:
Betlemme non era certo una grande città, e in quel periodo era in corso il censimento, quindi vi era sicuramente un via vai. Trovare la stalla dove il fanciullo era nato non fu certo cosa facile, ma Colui che ha guidato i magi da oriente ha anche guidato quei pastori.
Cosa videro? Così Luca sintetizza al verso venti quel momento:
A volte crediamo di sapere tante cose ma l’eunuco fu onesto nel suo atteggiamento quando disse:
Abbiamo preferito trascrivere interamente questo passaggio perché rappresenta in maniera profonda tutta la sua umanità e la sua gloria, gloria che solo coloro che sono ripieni di Spirito Santo possono vedere e apprezzare. Attorno a questo piccolo gruppo di persone non c’erano le trombe festanti né c’erano raduni e proclami di sorta. Nessuno sapeva nulla. Simeone e Anna, entrambi guidati per lo Spirito Santo erano presenti, là, davanti al Re dei Re; essi lo hanno accolto a braccia aperte benedicendo Iddio che aveva dato al suo popolo un figlio, il Salvatore promesso, il Messia. Quei cuori hanno esultato certamente di una grande e incomparabile letizia, perché Lo avevano aspettato. Con loro erano ancora presenti altre creature che aspettavano la redenzione di Israele e anche loro si unirono nella lode e ringraziamento a Dio. Fuori da quel tempio tutto scorreva come sempre nella improbabile speranza di poter vedere il Messia. Anche oggi, fuori dal quel tempio, il Suo tempio, è impossibile vedere Gesù, ciò fino a quando anche noi non prenderemo la ferma decisione di abitare nella Sua casa, perché ci sarà mostrato il beato e solo principe.
Davide espresse questo sentimento nel Salmo 27.4, quando disse:
Quale che sia il significato che ognuno può dare alla parola Tempio, ciò che più conta è ricordare che Lui è venuto nel Suo tempio (Malachia 3.1). Tali siamo noi per grazia, ma il tempio deve essere santo affinchè il Santo si mostri. Così erano Simeone e Anna. Loro erano santi e a loro è stato rivelato il Figlio. Non avvenne nulla di simile il giorno in cui Gesù trovò nel tempio i mercanti, ne avvenne nulla di simile le altre volte che Lui andò nel tempio. All’età di dodici anni scese a Gerusalemme per la grande festa, la pasqua. Là rimase all’insaputa dei suoi genitori che lo ritrovarono tre giorni appresso, seduto in mezzo ai dottori intento ad ascoltarli e a far loro domande, tanto che essi stupivano della sua intelligenza e delle sue risposte. Stupivano, ma non fu loro rivelato nulla. Fu ritenuto un bambino intelligente assai, nulla di più.
Facciamo ora un passo indietro, perché abbiamo tralasciato tante cose.