Lo Spirito di Dio
Nono capitolo
La perfetta umanità del figliuolo di Dio e l’assoluta identificazione con la creatura ha reso necessario che fosse partorito alla pari di tutti gli esseri umani, cioè attraverso un grembo materno.
Non avrebbe Iddio potuto fare un’altra creazione, cioè prendere di nuovo della polvere, dargli una forma d’uomo e mettervi il suo spirito? Certo che avrebbe potuto. Non è dunque una questione di potenza creatrice ma di identificazione con l’opera sua. Un’altra creazione non avrebbe avuto alcuna relazione con la precedente, quindi il problema della redenzione sarebbe rimasto irrisolto.
Un’altra creazione avrebbe dovuto essere messa alla prova per vedere se avesse resistito alla tentazione di emanciparsi dal Creatore. No! Era necessario creare le condizioni che avrebbero sicuramente portato al risultato finale garantito, cioè, l’assoluto e indiscutibile governo di Dio su tutte le cose. Così scrive Paolo ai Filippesi 2.10-11:
Chi avrebbe potuto meglio di Suo figlio, perfettamente identico in natura a suo Padre, portare a termine una tale opera? L’assunto o sintesi è “Dio stesso”.
Così avendo presentato agli angeli e agli uomini suo figlio, ordinò:
Leggendo il testo di Isaia 11 citato notiamo la grande cura dell’Onnipotente, del Padre celeste nei confronti di quel pargolo divino, venuto al mondo per cause contingenti, sul quale Lui ha vigilato fin dal primo vagito. Se può aiutarci a capire potremmo pensare al sentimento che lega un padre al suo figlio, quando lo prende fra le sue braccia e, vista la sua fragilità, si promette di vigilare su di lui al fine di farne un suo simile in tutto e per tutto. Ovviamente è solo un’immagine.
Quel germoglio, quella pianticella che avrebbe dovuto crescere in terra ostile, aveva bisogno di una cura particolare e di un sostegno particolare.
Così Isaia dice: ”Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui: Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE”. Spesso ci sfugge il particolare sentimento del Padre nei confronti del figlio perché diamo per scontato che Lui fosse “fisicamente” già presente, ma di Lui, tramite il profeta Samuele, Dio Padre ne parla in questi termini, che come sempre sono da prendere con equilibrio:
Chi legge di corsa può pensare che quanto sopra sia riferito a Salomone e così sovente è stato inteso. In realtà Dio sta parlando del figlio di Davide (Gesù è della stirpe di Davide secondo la carne) che sarebbe venuto alla luce dopo la sua morte, mentre Salomone è venuto al mondo prima che Davide morisse. Dunque, ciò che è scritto riguarda sicuramente Gesù. L’ipotesi:
Il fatto che sia stato messo quel
Le sue sofferenze, i suoi dolori sono quel castigo di cui fa cenno 2Samuele 7.12-14, ma non sono il frutto del suo peccato bensì di quello di tutti gli uomini.
Sopra di Lui riposava lo Spirito di Dio, il Padre riposava! Anche se non ha lo stesso identico significato, pure ci piace ricordare Genesi 1.1, dove dice:
Mentre leggiamo che il Battista fu ripieno di Spirito Santo fin dal ventre di sua madre, non ci viene riferito ciò nei confronti di Gesù. Le ragioni sono sicuramente diverse perché il primo, essendo nato da seme umano ne aveva bisogno per portare avanti il suo compito; Gesù non essendo nato da seme umano ma espressamente per opera dello Spirito Santo, aveva necessità di essere creduto nel mondo come il Messia venuto direttamente da Dio, e quindi tale rivelazione sarebbe avvenuta gradualmente.
Simile in tutto e per tutto agli uomini, Lui avrebbe ricevuto da Dio il Suo Spirito a suo tempo. Quel tempo pubblicamente è avvenuto al Giordano il giorno del suo battesimo, e tutti i presenti hanno udito la voce del Padre dire:
Tutto ciò che riguarda quella grande vita è si avvolto da mistero ma è anche in parte rivelato.
Isaia dice che lo Spirito di Dio riposerà su di Lui. Perché usare queste espressioni che lasciano pensare a cose ben diverse da ciò che siamo usi pensare quando parliamo della seconda persona della trinità?
Visto che Gesù è Dio, perche parlare di Lui come se fosse un’altra cosa? L’unica spiegazione sta nella comprensione, per quanto non facile, di ciò che leggiamo nel Salmo 2 e in Ebrei 1:
Lo Spirito di Dio dunque ha riposato sopra di Lui, ha trovato in Gesù una perfetta identificazione; mai c’è stato in Gesù un momento in cui abbia ripensato alla sua missione, in cui abbia in qualche modo dubitato del Suo compito di Figlio dell’Onnipotente, per cui, legittimamente, possiamo pensare a Genesi 1.1 come all’inesistente possibilità che Iddio abbia commesso errori di cui si sia dovuto pentire. Lo sappiamo anche noi che sta scritto che Iddio si pentì di aver creato l’uomo; ciò che non è facile comprendere è quello che voleva dire con quelle parole. Ciò che Iddio ha creato si è corrotto, nonostante la vigilanza dello Spirito di Dio; Colui sopra il quale si riposa lo Spirito di Dio non si corromperà perché non è creatura ma Figlio.
Si può corrompere il Figlio di Dio? La risposta è ovviamente no. L’unica incognita per noi resta il figlio dell’uomo, perché uomo.
Colui sopra il quale il governo di Dio è accettato totalmente non si può corrompere in virtù delle parole di 1Giovanni 5.18: