Una cosa di non poco conto è famigliarizzare con l'avverbio poi che incontreremo spesso, perchè dice esattamente come e quando, cronologicamente, le cose sono avvenute, evidenziando anche che il poi non sarebbe mai venuto senza il prima.
I cieli di cui sopra, hanno accolto tutto l'ordine angelico, e ognuno ha una sua collocazione specifica (cfr. Genesi 2.1). Le altre considerazioni non sono pertinenti al tema e quindi le dobbiamo lasciare ad altro tempo o ad altri.
Non leggiamo della creazione degli angeli, ma sappiamo che sono stati creati da Dio; molto probabilmente la creazione dei cieli ha qui valore di mondo angelico, spirituale.
Stiamo ragionando di un mistero e quindi nessuno si aspetti risposte esaurienti, non le abbiamo. Ciò che facciamo è rendere altri partecipi del sentimento che abita in noi, sapendo che sicuramente Dio darà ad ognuno la luce di cui ha bisogno.
In sintesi diremo che quando tutto ciò che doveva essere fatto in quel periodo fu concluso, su di esso calò la sera.
Una domanda che potrebbe sorgere, visto che ha creato i cieli e li ha anche popolati, perchè ha creato la terra? Non erano sufficienti i cieli?
La risposta sta nascosta in quell'abisso che Lui non ha creato e sul quale, come una coperta, vi erano le tenebre.
Personalmente credo che le ragioni si possono intravvedere leggendo Giovanni 1. Nel nostro piccolo e a piccoli passi tenteremo di tracciare alcuni percorsi, ricordando sempre che ogni cosa deve essere ricondotta al principio, quando Dio era l'Unico Dio. Non che ve ne sia un'altro, ma quell'abisso e con esso le tenebre, devono scomparire, perchè con Lui non hanno nessuna ragione di esistere.
E' necessario qui evidenziare che, omettendo il verbo coprivano, non è contenuto nel testo originale, leggeremo
Ci sono persone che trovano piacere nel pensare che l'abisso si riferisca allo spazio interstellare. Facciamo notare che in quel tempo non esisteva ancora, perchè il firmamento non era ancora stato creato. Noi non crediamo agli increduli che per partito preso hanno scelto la via dell'emancipazione da Dio, alla pari del principe di questo mondo, in quanto riteniamo essere una follia (l'emancipazione da Dio) che porterà i suoi frutti, e non sono buoni.
Per chi ha anche un poco di dimestichezza con le scritture, non sarà difficile intendere quel che secoli più tardi (Ezechiele 28.12-19) fu rivelato da Dio, circa quelle tenebre che si erano venute a creare, le quali coprivano la faccia dell'abisso.
In realtà, ezechiele parla di due re di Tiro, uno terreno, influenzato dal grande ribelle, l'altro, intorno al quale leggiamo: "Figlio d'uomo,
pronuncia un lamento sul re di Tiro".Queste parole lasciano intravvedere il dolore dell'Onnipotente per la scelta di quella eccellente creatura che lui aveva creato, e che avendo scelto di essergli avverso, ha anche scelto il suo eterno destino.
Anche qui abbiamo aperto una finestra provvisoria per dare un senso al percorso che abbiamo intrapreso e che intendiamo portare avanti.
Per spiegare quel lamento, il dolore, che la ribellione di Lucifero ha generato, non lo ha semplicemente detto. Lui ha spiegato e spiegherà ad ogni generazione, che a Lui e solo a Lui appartengono la gloria, la potenza nei secoli dei secoli, basandosi sulla dimostrazione inconfutabile dell'amore di Dio, tramite il sacrificio del Unigenito figlio, Gesù Cristo.
Chi avesse la voglia di leggere o rileggere Giovanni 1 e la prima epistola di Giovanni 1, si troverà di fronte ad una realtà meravigliosa, ma spesso, anche se così non sembra, nascosta ai più.