Il testo di Giovanni 8 si trova nel box di sinistra per chi vuole prenderne visione.
Aver creduto all'evangelo non mette i credenti al riparo da se stessi e dalle proprie convinzioni, perchè il percorso da fare si chiama santificazione, il che presuppone essere affrancati dal peccato. Essere affrancati non sigifica essere perdonati, ma significa essere resi capaci di non peccare più. Per non peccare più occorre imparare a odiare il peccato. Questo non si può certo dire che sia avvenuto perchè abbiamo creduto in Cristo, ma se Cristo abita in noi. Se il figlio ci affranca, allora saremmo affrancati.
Premesso quanto sopra, veniamo al testo di Giovanni 8, perchè quella vicenda ci è stata raccontata per farci comprendere quanto sia indispensabile che Cristo abiti in noi.
Gesù aveva parlato di se stesso nei versi precedenti a quelli citati, dicendo:
Credere che Gesù è il Salvatore del mondo è dunque solo il primo passo, al quale dovranno seguire altri. Siamo daccordo che quando si è bambini si ha bisogno di maestri, ma siamo anche convinti che nessun essere intelligente vorrebbe rimanere bambino. Ben vengano dunque i maestri, possibilmente sinceri e onesti davanti a Dio, ma poi abbiamo bisogno di imparare a riconoscere la Sua voce, se vogliamo davvero fare parte del Suo gregge (Giovanni 10).
La libertà dal peccato, dunque, non viene dall'essere un credente, poco importa di quale estrazione, perchè essa è garantita dal desiderio di udire la Sua voce.
Così Gesù, rivolgendosi ai Giudei che gli avevano crevuto, disse che avevano bisogno ci continuare ad ascoltare la Sua voce. Fino a quel giorno avevano ascoltato i loro maestri e avevano continuato a peccare, anche se onesti e diritti, semplicemente perchè è impossibile non peccare se manca la presenza viva di Cristo nel cuore (Romani 7.23-25). Chi vuole intendere, intenda.
La risposta dei Giudei fu:
Fu allora che Gesù evidenziò quella realtà a loro sconosciuta perchè non considerata attentamente, e disse:
Gesù prosegue dicendo:
Non possiamo fare a meno di ricordare ciò che Gesù ebbe a dire di se stesso:
Io so che voi siete progenie di Abrahamo, ma cercate di uccidermi perchè la mia parola non penetra in voi, disse Gesù, perchè non disconosceva certo che Abrahamo aveva avuto dei figli. Quello che loro non ricordavano è che Isacco, che lui aveva offerto a Dio, lo ha ricuperato come se fosse risuscitato, perchè per lui era come morto. Certo in Isacco gli era stata data una progenie, perchè Abrahamo credette e per questo divenne padre di molte nazioni o popoli. C'è dunque grande differenza fra l'essere figli di Abrahamo secondo i legami di carne e sangue e, essere figli di Abrahamo per la fede. C'è a tal proposito un detto che sta sulle labbra di credenti e non, che dice: "Siamo tutti figli di Dio". Tale detto dice una verità e anche una bugia, perchè siamo figli di quel padre da cui dipendiamo e che ci ammaestra e di cui riceviamo l'ammaestramento.
Essi non conoscevano il senso della paternità se non nei modi in cui lo avevano malamente imparato.
Senza rendersene conto, le loro opere erano lontane dall'essere come quelle di Abrahamo, perchè non avevano ricevuto i suoi ammaestramenti, ma avevano condotto la loro vita secondo che a loro pareva bene. Non avevano il cuore e la mente rivolte a Dio come Abrahamo, e ora, si comportavano secondo che avevano imparato. Così dicendo, Gesù li stava portando avanti nella consocenza della verità che, se l'avvessero voluto ascoltare, poteva essere per loro un forte stimolo a vivere in novtà di vita. Così non fu.
Non ne volevano sapere di altri padri, quindi insistettero nel dire che il loro padre era Abrahamo. Allora Gesù scoprì un'altra verità, e disse:
Finalmente si sono accorti che quell'ancora su cui poggiavano non era più sicura e divennero più arditi, perchè dissero che loro non erano nati di fornicazione e che quindi erano figli di Dio. Obiettivamente, se non erano stati capaci di fare le opere di Abrahamo, potevano pensare di poter compiere le opere di Dio? Era come dire che Gesù poteva contestare loro la paternità di Abrahamo, ma non poteva certo contestare quella di Dio. Forse pensarono così, ma non sapevano che colui che faceva le opere del Padre sapeva anche che con suo Padre non avevano alcuna comunione.
Così Gesù replicò, dicendo:
Non ci si può riferire a Dio come Padre senza lasciare che Cristo governi la nostra vita, nè si può legittimamente pensare che vivendo senza avere comunione con Lui, potremo un giorno comparire nel Suo cospetto e essergli graditi.
Non intendevano le parole di Gesù perchè avevano il cuore pieno di menzogne contro di Lui che era li per il loro bene, quindi non potevano ascoltarlo, in quanto le sue parole risultavano incomprensibili al loro intelletto intenebrato dal peccato. La ragione la spiega Gesù, dicendo:Voi siete dal diavolo, che è vostro padre - volete fare i desideri del padre vostro.
Se oggigiorno andate da un cristiano e gli dite che si deve convertire, molto probabilmente vi risponderà che lo è già; potete anche trovare qualcuno che crederà che non siete normali e nella migliore delle ipotesi vi lascerà perdere, ma se siete insistenti come lo è stato Gesù, correte certamente qualche rischio. Anche loro si sono ribellati nei suoi confronti, perchè era troppo sentirsi dire di essere figli del diavolo, viste le loro origini tanto decantate, quindi, mentre prima cercavano di difendersi, ora passano all'attacco, dicendo che era lui ad avere il demonio e, disprezzandolo dello stesso disprezzo con cui disprezzavano i Samaritani.