Nella meditazione precedente abbiamo visto che l'uomo carnale, benchè già perdonato è ancora dominato dagli impulsi della carne. San Paolo descrive questo cristiano in Romani 8/5-8. Altrove, egli parla anche delle opere della carne che governano l'uomo carnale (Galati 5/19-21).
I Corinti erano un esempio classico in questo campo. L'apostolo non poteva parlare loro come a uomini spirituali, ma doveva trattarli come bambini. Essi erano del continuo dilaniati da meschine contese che portavano a dissensi, settarismo e persino immoralità fra loro.
L'epistola agli Ebrei parla ancora di un'altro aspetto del cristiano carnale; questi, pur non essendo necessariamente dominato dallo spirito di contesa, d'invidia e di gelosia, è però dominato dalla mente carnale, in quanto che è soddisfatto appieno in ciò che ha ricevuto e rifiuta di crescere in Cristo (Ebrei 5/11-14).
Questa meditazione concerne l'uomo psichico, o meglio, il cristiano che vive sul piano dell'anima. 1 Corinti 2/14-16 ne da la descrizione:
L'espressione L'uomo animale, è tradotto nella maggior parte delle versioni più autorevoli con l'uomo non spirituale. Nel testo è psichicos che viene dalla radice psiche, ovvero - anima. Le parole psichiatria e psicologia derivano dalla stessa radice. Psichicos dunque è l'uomo che vive sul piano dell'anima
L'apostolo, parlando dell'uomo non spirituale o psichico, si riferisce all'individuo governato dall'anima o per essere più espliciti dall'IO.
Condotta e azioni in lui sono dettate dall'intelletto e dalla sua emotività. L'uomo psichico essendo influenzato e controllato da facoltà non spirituali, non può accettare ciò che procede dallo Spirito. Di fatti, le cose dello Spirito sono per lui pura follia e assurdità, e ciò perchè non suscitano in lui alcuna emozione e non possono essere compresi dalla sua mente razionalista.
Questo è purtroppo lo stato della maggior parte dei cristiani e delle chiese.
Il messaggio religioso fa appello all'emotività o all'intelletto degli uditori, e giacchè le cose dello Spirito non fanno appello all'anima, bensì allo spirito, le persone si volgono ben presto verso qualche forma di religione volontaria, che si manifesta da una parte con cerimoniali e freddo formalismo, e dall'altra con estremo fanatismo.
Gli scribi e farisei antichi si trovavano in questa condizione, severi e formalisti nell'osservanza delle loro pratiche esteriori, ma crudeli, egoisti e pieni di iniquità interiormente. Lo stesso può dirsi con verità di molti cosidetti movimenti per la santificazione e culti panteistici del giorno d'oggi, tutti egocentrici e che si affannano per raggiungere la perfezione spirituale mediante sforzi umani.
Il cristiano psichico sostituisce alla rivelazione il raziocinio; alla spiritualità, l'emotività; alla grazia pura, regolamenti, ordinamenti e tradizioni umane.
Questo male non è nuovo; esso non tardò a manifestarsi fra i primi cristiani. S. Paolo ammoniva severamente i Colossesi in questi termini:
Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (le quali cose tutte periscono per l'uso) secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Tali cose hanno bene apparenza di sapienza, in religione volontaria, ed in umiltà, e in non risparmiare il corpo in ciò che è per satollare la carne; non in onore alcuno
Tutti questi sforzi che volontariamente facciamo e che in apparenza sembrano innocenti e buoni, sono fatti ancora oggi, benchè sotto forme modificate. Essi non sono altro che il tentativo dell'uomo psichico di apparire santo e spirituale; ma nè sono da Dio, nè Lo onorano, anzi provengono dalla vanità e dall'orgoglio dell'uomo che vuole glorificare il suo "IO religioso."
Autore de il "RISTORAMENTO"