E' necessario affermare la verità, perchè solo in essa viviamo e prosperiamo. Le testimonianze di molti si aggirano in un circolo, limitandosi all'esodo dall'egitto, ignorando altri esilii e altri paesi.
Per questo motivo le parole non hanno forza per convincere, in quanto non coincidono con la necessità presente.
Sono pochi quelli che odono con timorata attenzione gli ammaestramenti sui raggiri dell'anima e dello spirito. Pochi vogliono ammettere che
Leggiamo in Geremia 23/7,8:
Giorni contati uno dopo l'altro - non "il giorno", cioè tempo continuo; i giorni prima e dopo, "il giorno", cioè quando il tempo è concluso, in cui non staremo più a ricordare solo la liberazione dall'Egitto (se DAVVERO fuori dall'egitto, dallo spirito del mondo), ma altre, tante liberazioni, e il cantico dopo l'uscita dal Mar Rosso (per chi ha memoria è quel cantico che spesso si sente cantare nelle chiese "Questo mondo ho lasciato per sempre").
Dobbiamo riconoscere che proprio all'entrata nel deserto a Canaan, e in Canaan, siamo caduti in tante trappole nemiche, per cui siamo stati in lotta fra noi stessi e con i popoli che incontriamo per la via (popolo, popoli sono le singole persone). Dopo l'Egitto ci sono altri territori: Ammon, Moab, Edom, e i due più importanti, cioè Babilonia e Assiria.
Se abbiamo capito che i paesi sono simboli di condizioni ed esperienze spirituali, che tempi ed epoche figurano il nostro corso terreno, e moltitudini di popoli fanno pensare ai complessi dell'animo umano, se ciò abbiamo cominciato, almeno cominciato a realizzare, allora davvero possiamo capire ciò che siamo nel vecchio uomo, e come Iddio ci vuole formare attraverso gli incidenti di tempi e popoli antichi.
Applicando per quanto ci concerne Geremia 23/7-8, scopriamo che lo Spirito Santo vuole portarci a poter dire:
Ci domandiamo perchè noi cristiani non siamo in pace fra noi (le eccezioni sono sacre), e perchè su quei di fuori non esercitiamo l'influenza che dovremmo, giacchè essi non vedono in noi unità e carità. Se valutiamo che copriamo i nostri modi di procedere scusandoci con gli altri, ciò è perchè non abbiamo voluto capire, piegare il collo ed ammettere che quantunque perdonati e giustificati, siamo convertiti solo in parte. (cfr. Luca 22/31-33, confermati stabiliti e fondati 1 Pietro 5/ 10,) e ci aggiriamo nel conflitto fra l'anima e lo spirito,Prima fra quattro meditazioni non avendo ancora unità ciascuno in se, per essere dominati da una forza sola, cioè da Gesù Sovrano, avendo definitivamente accettato il Regno di Dio, essendo stati consumate le nostre iniquità dal fuoco divorante. Ebrei 12/27-29
Non ci sono eccezioni a questi esilii. Se avessimo la storia di tutti i santi, o almeno quella intera di uno solo, ci convinceremmo che essi vollero essere illuminati circa i vari territori, confusioni, superbie, raggiri, poetiche ambizioni, e che divennero penitenti e vissero in alto, conoscendo e odiando se stessi (Ebrei 11.13-16). Riconobbero che furono liberati non solo dall'Egitto, ma anche da altri paesi nei quali erano andati ed erano stati sbattuti dopo l'esodo, e che ebbero bisogno di altri esodi, di altre liberazioni.
Intendiamoci, il "Tutto è compiuto è sacro", ma il compiuto da Lui deve andarsi compiendo in noi, giorno dopo giorno, e attraverso noi, perchè se non ci arrendiamo al fuoco divorante che vuole bruciare ciò che è infiammabile (Malachia 3.3), dimostriamo di essere illusi e che mai abbiamo davvero accettato Gesù Cristo. Perchè se abbiamo accettato il Salvatore, Egli non si ferma di operare e di trasformarci, scuotendo il cielo e la terra dentro di noi, fino a che lo riconosciamo Re.
Le parole "Ritorna - ritorna - ritornate", sono illuminatrici. Isaia 30/15 è cenno di salvezza dopo salvezza ad un popolo che già era eletto. Nel Cantico dei Cantici, questo invito viene fatto alla creatura più devota che possiamo immaginarci: "Ritorna o Sullamita"
Ci sono dunque più esodi, e ad ogni "fuori," corrisponde un "dentro", fino a che saremo definitivamente "dentro". (nda)Fuori indica libertà dai legami precedenti, affrancamento da ogni servitù, proprio come indicato da Gesù in Giovanni 8/31-36.
Dopo essere stati sbattuti, sventolati e scossi veniamo portati ciscuno al suo paese e a casa sua, e staremo in riposo, sotto il fico, simbolo di dolcezza vera, e vicino alla Vite, ai tralci della vite.
Lo spirito di riposo sarà in, su noi, dopo che saremo stati lavorati dallo Spirito Santo in sapienza e intendimento, in consiglio e fortezza, in conoscenza con timore di Dio.Isaia 11/2
Le cose scritte di Gesù si stendono al suo popolo. Ciò non è presunzione, se noi diveniamo di Cristo, come Cristo è di Dio. 1 Corinti 3/22-23 Dall'altura del monte dove Lui ci avrà menati, volgeremo lo sguardo, e scopriremo i tanti paesi da cui ci ha raccolti e liberati, e cominceremo a capire davvero il Salvatore e Redentore. Amen