RISTORAMENTO

Camminiamo alzando gli occhi al cielo, perchè l'aiuto ci viene da Colui che ha fatto il cielo e la terra (SALMO 121).

Questo puntinablu nei testi, è un invito a riflettere

Le rovine del peccato

Geremia 50.1-8

La parola che l'Eterno pronunciò contro Babilonia e contro il paese dei Caldei per mezzo del profeta Geremia: 2 «Annunziatelo fra le nazioni, proclamatelo e innalzate una bandiera; proclamatelo e non nascondetelo. Dite: "Babilonia è presa, Bel (Baal) è coperto di vergogna, Merodak (il dio babilonese, capo di Babilonia) è infranto, le sue immagini sono coperte di vergogna, i suoi idoli sono infranti". 3 Poiché dal nord sale contro di lei una nazione che ridurrà il paese a un deserto e nessuno più abiterà in essa; uomini e bestie fuggiranno, se ne andranno. 4 In quei giorni e in quel tempo», dice l'Eterno, «i figli d'Israele e i figli di Giuda verranno insieme; cammineranno piangendo e cercheranno l'Eterno, il loro DIO. 5 Domanderanno della via di Sion, verso cui volgeranno le loro facce, dicendo: "Venite, uniamoci all'Eterno, con un patto eterno, che non sia più dimenticato". 6 Il mio popolo è stato un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire sui monti. Sono andate di monte in colle e hanno dimenticato il luogo del loro riposo. 7 Tutti quelli che le trovavano, le divoravano, e i loro nemici dicevano: "Non siamo colpevoli, perché hanno peccato contro l'Eterno, dimora della giustizia, l'Eterno, speranza dei loro padri". 8 Fuggite di mezzo a Babilonia, uscite dal paese dei Caldei e siate come capri davanti al gregge.

Genesi 11

OR tutta la terra era d'una favella e di un linguaggio. 2 Ed avvenne che, partendosi gli uomini di Oriente, trovarono una pianura nel paese di Sinear, e quivi si posarono. 3 E dissero l'uno all'altro: Or su, facciamo dei mattoni, e cuociamoli col fuoco. I mattoni adunque furono loro in vece di pietre, e il bitume in vece di malta. 4 Poi dissero: Or su, edifichiamoci una città, ed una torre, la cui sommità giunga fino al cielo, ed acquistiamoci fama; che talora noi non siamo dispersi sopra la faccia di tutta la terra. 5 E il Signore discese, per veder la città e la torre che i figliuoli degli uomini edificavano. 6 E il Signore disse: Ecco un medesimo popolo, ed essi tutti hanno un medesimo linguaggio, e questo è il cominciamento del lor lavoro, ed ora tutto ciò che hanno disegnato di fare, non sarà loro divietato. 7 Or su, scendiamo e confondiamo ivi la lor favella; acciocchè l'uno non intenda la favella dell'altro. 8 E il Signore li disperse di là sopra la faccia di tutta la terra; ed essi cessarono di edificar la città. 9 Perciò essa fu nominata Babilonia; perciocchè il Signore confuse quivi la favella di tutta la terra, e disperse coloro di là sopra la faccia di tutta la terra.

Uscite fuori da Babilonia

divisorio

Isaia 48.20 Geremia 50.1-8

Credo che nel pensiero comune, Babilonia stia sempre nelle altre chiese; quando si parla di Babilonia ognuno addita sempre un'altro, ritenendo di non farne parte. Le esperienze vissute ci autorizzano ad affermare il contrario, forti del fatto che il popolo di Dio (tutti quelli che hanno creduto in Gesù Cristo), per essere confermato tale, deve combattere e vincere ogni confronto nel nome di Gesù. Nella meditazione precedente Vai alla meditazione, avevamo fatto cenno a Babilonia come un territorio nel quale ci si viene a trovare per non aver prestato attenzione, ascoltato, le parole di Dio. Lo dice il Signore stesso in Isaia 48.10: "Oh, se tu avessi prestato attenzione ai miei comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume e la tua giustizia come le onde del mare".

Babilonia ha le sue origini da Nimrod, che viene descritto come potente cacciatore davanti a Dio (Genesi 10.9-10). Questa informazione criptica può essere esaminata attraverso l'esame dei comportamenti degli uomini di fronte a Dio. La definizione "potente cacciatore", a mio avviso ha a che fare con la personalità dell'uomo. Essere potente davanti a Dio, è la sola informazione a suo riguardo, ma nulla viene detto della sua relazione con Dio, semplicemente perchè non ne ha una. Mentre di Enoc viene ricordata la sua esperienza prima di decidersi di camminare con Dio e quella avvenuta dopo, di Nimrod si ricorda solo che il principio del suo regno è Babilonia.

Solo un comportamento arrogante, indisponente nei confronti di Dio genera confusione nelle menti che vengono da Lui abbandonate a se stesse, perchè tale comportamento è tipico di coloro che sono contro a Dio. Vai alla meditazione Potremmo dire di più, ma credo che l'argomento sia un'altro. Di certo vi è che la confusione nasce la dove non si ama la verità che viene da Dio e ci si rivolge ai saggi di questo mondo per un diversivo.

Babilonia nasce (vedere 2 Timoteo 4.3) la dove la sana dottrina viene sostituita da regole umane, dove, sotto la veste della religione, vengono propinate verità che sono menzogna perchè non sono il frutto del lavoro dello Spirito Santo, quindi non sono verità rivelate ma desunte. La mancanza d'amore per la sana dottrina stimolata da un insano desiderio di novità, costringono il Signore a lasciare all'uomo il governo della propria vita.

Questa la premessa. Ora proviamo a muovere i nostri passi in questa realtà.

Genesi 11, di cui abbiamo trascritto il testo nel box sinistro, narra la vicenda che ha portato il popolo di quel tempo a costruire una città e una torre che giungesse fino al cielo. Nessuna cosa si fa senza un motivo preciso; il loro era quello di acquistarsi fama e di non disperdersi sulla faccia della terra. L'unità era un obiettivo, ma l'unità unitamente alla gloria di essere ricordati. Lo stesso spirito anima oggi Babilonia. I vari popoli (credi religiosi) hanno paura di rimanere soli, e quindi di smarrirsi; queste sono le ragioni di Babilonia. Non dimenticare mai lo spirito di Nimrod, il cui comportamento davanti a Dio era sicuramente arrogante, perchè vantava di essere grande.

Bene, quel popolo ha fatto una cosa che in se può essere considerata simbolica, ma essa rivela un'attitudine precisa, voltarono le spalle a oriente. Se non fosse stato importante, come in realtà potrebbe anche non esserlo, perchè annotare una cosa di poco valore? La ragione sta nel fatto che oriente è sinonimo di luce, rivelazione, nuovo giorno, etc., quindi è indicativo di ciò che sta alla base di Babilonia, cioè il voltare le spalle a Dio pur essendo interessati a Lui Vai alla meditazione. Leggiamo infatti che il loro obiettivo era quello di costruire una torre che giungesse fino al cielo.

Nella parola del Signore, l'empio viene descritto così: "Perché vai elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto" (Salmo 50.16). L'empietà è dunque la base su cui Babilonia intende arrivare fino al cielo.

Quali sono gli elementi caratterizzanti di Babilonia, intesa qui come aderenti ad essa? Ciò che leggiamo, sarà pur sempre descrittivo di quello che hanno fatto, ma è rivelatore allo stesso tempo di ciò che unisce così tanta gente in questo progetto. Essi dissero: "Or su, facciamo dei mattoni, e cuociamoli col fuoco. I mattoni adunque furono loro in vece di pietre, e il bitume in vece di malta" . I mattoni raccontano l'opera delle mani dell'uomo, la fatica umana per preparare qualcosa che possa aiutare al progetto. Le pietre parlano di una realtà che nel tempo ha preso un suo profondo significato, in quanto esse vengono usate come immagine dell'altare che Dio aveva ordinato al suo popolo. Il testo di riferimento dice: "E se pur tu mi fai un altare di pietre, non fabbricarlo di pietre acconce a scalpello; quando tu vi avrai fatto passare lo scarpello sopra, tu le avrai contaminate" (Esodo 20.25).

Manca completamente il pensiero di edificare un altare al Signore; questo era fuori dalle loro menti. Ciò che volevano era edificare una città che fosse la loro gloria e una torre che raccontasse ai posteri la loro prodezza. Può apparire forzata questa considerazione, ma essa è basata su altre considerazioni, come l'offerta di Caino e Abele. Almeno loro avevano una qualche considerazione nei confronti di Dio. Essendo questo il loro progetto, esso non doveva avere alcun legame con Dio, solo apparenza, quindi niente pietre, perchè esse parlavano di Lui. Il tempo ha dato al mattone una immagine e l'idolo ha preso sembianze umane.

Si misero daccordo fra di loro e condivisero lo stesso sentire, quindi si fecero dei mattoni e non usarono la malta, perchè trovarono nel terreno il bitume e quindi non si preoccuparono del risultato finale. E' strano, ma vi è un legame fra tutti coloro che si mettono contro a Dio, un legame che si sgretolerà nel tempo. Quell'ORSU', ha stimolato il loro orgoglio di uomini.

Iddio li ha lasciati fare, come del resto anche ora Iddio lascia fare. Come allora, quando il tempo è maturo, ci sarà l'intervento divino, con la differenza che non ci sarà mai più alcuna possibilità di reiterare l'opera.

Non è fuori luogo ricordare ciò che è scritto nel Salmo 2: "Perché tumultuano le nazioni, e meditano i popoli cose vane? I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme contro l'Eterno e contro il suo Unto, dicendo: Rompiamo i loro legami e gettiam via da noi le loro funi. Colui che siede ne' cieli ne riderà; il Signore si befferà di loro. Allora parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: Eppure, dirà, io ho stabilito il mio re sopra Sion, monte della mia santità".

Nazioni, popoli, Re e principi. Un gran bel parterre. Non è certo il popolo a prendere le decisioni; queste vengono prese da coloro che hanno il potere (temporale). Tutti hanno un solo obiettivo, emanciparsi da Dio. La parabola dei malvagi vignaiuoli ben rappresenta la motivazione di questo tumulto; infatti essi dissero: "Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, affinchè l'eredità divenga nostra" (Luca 20.14). L'EREDITA'!!! Eh, l'eredità.

Non avevano certo fatto i conti con Dio, privi di lucidità com'erano, altro non vedevano che il loro progetto. Nessuno che si chiedesse se quello che stavano facendo fosse una follia, nessuno.

Allora, è scritto, Dio disse: " Ecco un medesimo popolo, ed essi tutti hanno un medesimo linguaggio, e questo è il principio del loro lavoro, ed ora tutto ciò che hanno disegnato di fare, non sarà loro divietato. Or su, scendiamo e confondiamo ivi la lor favella; affinchè l'uno non intenda la favella dell'altro". Ciò dicendo, il Signore ha solo interrotto il loro lavoro, ma non lo ha impedito, tanto che quell'opera è oggi ancora in atto, e il suo compimento diventerà sempre più evidente nella misura in cui i popoli riprenderanno ad avere un medesimo sentire. Quando il peccato giungerà al suo apice, il Signore distruggerà ogni opera edificata contro di Lui e contro l'Erede di ogni cosa. Poi saranno giudicati tutti coloro che non si inchineranno davanti al Figlio (vedi Salmo 2, fine).

divisorio

Uscire da Babilonia si può, ma solo se porgiamo l'orecchio per udire la Sua voce. Questa è il suo invito per coloro che lo vogliono ascoltare: "Uscite da Babilonia, fuggitevene lungi dai Caldei! Con voce di giubilo, annunziatelo, banditelo, datene voce fino alle estremità della terra! Dite: 'L'Eterno ha redento il suo servo Giacobbe" Isaia 48.20.

Dicendo che l'Eterno ha redento Giacobbe, di fatto si sta dicendo che Giacobbe (l'uomo dai mille sotterfugi, ha passato per molte sofferenze prima che gli fosse cambiato il nome e quindi la sua redenzione) aveva e ha bisogno di redenzione. (cfr. Salmo 24.3-6 Isaia 33.15-16)

La verità è che uscire fuori da babilonia non è possibile dottrinalmente ma solo a coloro che odono la Sua voce, perchè è solo Lui, il Signore, che apre gli occhi ai ciechi. Quelli che invece dicono di vedere rimangono nella loro condizione e non possono uscire fuori.

L'idea che diede i natali a Babele (Babilonia) nacque dal desiderio di non essere dimenticati. Così è scritto. E' sicuramente incoraggiante fare parte di una grande famiglia religiosa, perchè così ci si sostiene a vicenda, ma chi cammina verso il cielo è spesso lasciato solo.
L'idea è quella di un uomo che vuole conoscere cosa ci sia sul monte e per farlo deve abbandonare la città e salire al monte. Nella salita sarà solo o in compagnia di qualche pellegrino come lui. Non avrà il sostegno e il vociare di coloro che lo sostenevano mentre era in città. No! Mentre sale è solo.

Chi salirà al monte del Signore? Salmo 22; Isaia 33/15 e seg. Non certo chi rimane nella valle a bearsi di essere figlio di Dio. Sono purtroppo in molti ad essere soddisfatti di se stessi e della città in cui vivono e fino a che rimarranno in quella città non potranno salire al monte del Signore. Quando si rimane ai piedi del monte il rischio di diventare idolatri è grande. Leggere attentamente Esodo 32.

Uscite fuori da Babilonia, è scritto! Per andare dove, risponderà qualcuno. Non stiamo noi bene qui? Non ci manca nulla. Abbiamo una grande chiesa, siamo in tanti, una grande famiglia, abbiamo un dottore in teologia che ci ammaestra; non ci manca nulla. Perché mai dovremmo lasciare questo posto meraviglioso per salire in solitaria al monte del Signore?
Se il Signore non avesse chiamato Mosè che voleva vedere il mistero del pruno che ardeva senza consumarsi, lui, Mosè, non lo avrebbe mai potuto vedere perchè era andato fuori strada. Era pastore di pecore ma per vedere quel mistero le ha lasciate ai piedi del monte. Se uno non ha fame non cerca da mangiare; se ha fame del pane della vita deve salire al monte del Signore e la gli sarà dato da mangiare.

Dire no alle cose del mondo? Quali cose? Certo ci sono cose che si lasciano senza fatica e altre con tanta fatica ma c'è una cosa che non possiamo lasciare senza grande dolore, la nostra vanità, l'orgoglio, la superbia, in nostro IO, in sintesi. Il solo posto dove lo potremo lasciare è sulla croce, sulla nostra croce, quella che possiamo accettare o rigettare. Anche quella croce deve essere fissata sul monte, visibile come lo era quella di Gesù e la dobbiamo fare la nostra confessione davanti all'Agnello Innocente. Se lo accetteremo come Re, allora avremo garanzie da Lui. Pensate alla Babele che c'era a Gerusalemme in quei giorni. Tutti pensavano di aver crocefisso un imbroglione, un traditore della patria, un sobillatore di popoli, erano tutti contenti che avevano scelto Barabba al suo posto. Ahimè che questo è vero ancora oggi. Pochi soffrivano per Lui e pochi salirono al monte per seppellirLo, e pochi salirono al monte per imbalsamarne il corpo, mentre tutti tornarono nelle loro case contenti della loro scelta.

Povero popolo di Dio che ha scelto Babilonia al posto del Cristo di Dio! SVEGLIATI!!! I tuoi sacerdoti ti hanno raggirato dandoti un surrogato della verità che viene a Dio; ti hanno fatto sentire beato, ti hanno rassicurato, e tu, Tu, che cosa hai fatto? Te ne sei stato tranquillo nei loro palazzi pensando che fossero fortezze. SVEGLIATI!!!

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